La prima confettura è stata quella al latte; da allora sono passati più di trent’anni, ma la passione di realizzare marmellate non si è mai spenta.
Ed ora, eccomi a organizzare un piccolo laboratorio nato dal momento in cui abbiamo acquistato un casale in località Cesinali (AV) con circa 3 ettari di terreno che abbiamo chiamato:
” il Poggio del Picchio “
Il progetto è quello di piantare alberi di frutta antica, frutta i cui sapori si sono persi nel tempo ma non nella nostra memoria, ricordi d’infanzia, di quando vedevo mamma ai fornelli che preparava delle gustosissime confetture di mele cotogne, di pere e di uva fragola.
Le confetture che confezionerò saranno alla riscoperta di sapori della mela limoncella, della chianella, della zitella, degli azzeruoli, dei corbezzoli, delle sorbe, delle giuggiole, delle pere mastantuono, delle pere volpine, delle susine selvatiche e tanti altri tipi di frutta che l’agricoltura industriale ha trascurato da tempo per i bassi volumi produttivi e per l’aspetto poco accattivante!
Ora, visto il successo ottenuto con le confetture del poggio del picchio, sono sempre più alla ricerca di prodotti non trattati, di sapori che, come per magia, si rinnovano per l’aggiunta di un semplice pizzico di cannella, qualche chiodo di garofano, una grattatina di zenzero, qualche seme di cardamomo….
E così, un po’ per gioco, un po’ per audacia, mi sono ritrovata a coltivare le cipolle ramate di Montoro, i peperoncini piccanti di Calabria, le melanzane di Sicilia, cresciuti con acqua, sole e tanta passione. L’arte di conservare quello che la natura ci offre per prolungare il suo tempo è antica, e quindi, sviluppata questa idea di “conserva”, ho cercato di dare ad alcuni ortaggi una veste nuova, esaltando con il fuoco e lo zucchero nuovi sapori e nuovi profumi.
Naturalmente queste confetture si abbinano a formaggi stagionati o freschi, dolci o piccanti, a carni arrostite o lessate.
Tempo fa, una giornalista che mi ha intervistato, ha concluso il suo articolo con una frase che mi piacque molto e che vorrei ricordare: “…a condurla è una naturale disposizione dell’animo che la porta a pensare al domani come se fosse sempre una nuova giornata per realizzare qualcosa di bello” e …di buono… lo aggiungo io!
Fiorenza Giselico